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con Miranda Martino
e con Giovanna Famulari, Cinzia Gangarella

16 dicembre 2013

 

 

La donna è da sempre uno degli argomenti prediletti dalla letteratura, della canzone e dell' arte in genere.
La quantità di materiale letterario e musicale è sterminata e lascia l'imbarazzo della scelta a chi come noi si avventuri in un viaggio nel femminile proponendo un percorso di verità e provocazione. Il nostro intento è illuminare le canzoni scelte di luce nuova, grazie all' accostamento con alcuni brani letterari: un vero e proprio montaggio che genera sorprendenti corti circuiti di significato. Per quanto riguarda le canzoni il filo narrante sono Bertolt Brecht e Raffaele Viviani, autori che non si sono certo limitati a frammenti di un discorso d' amore, ma che hanno parlato delle donne attraverso angolature valide ancora oggi e a noi vicine a volte in maniera stupefacente, fornendoci spunti di riflessione sempre in un ambito di altissima poesia.
Le letture ci permettono una immediata vicinanza, uno zoom drammaturgico verso gli autori: donne amate, donne che amano, donne con i loro drammi, legati al quotidiano, ai sentimenti, alla guerra alla povertà, alla maternità. Donne a volte dolorosamente rassegnate o al contrario desiderose di un riscatto giusto, anche se feroce, cercando di non dimenticare mai l'ironia, la seduzione o il gioco amoroso. Ci sono poi le Altre cioè una serie di ritratti femminili di autori diversi, da Battisti a Lennon - McCartney, da Handel fino ad una Ave Maria inedita, autentici acquerelli che arricchiscono il clima sonoro e narrativo del lavoro. Lo spettacolo è una invenzione a tre voci tra Miranda Martino, la violoncellista Giovanna Famulari e la pianista Cinzia Gangarella, che cura anche gli arrangiamenti e la direzione musicale; tutte e tre sono coinvolte in un continuo passaggio di testimone, o in ardite armonizzazioni a cappella. La voce di Miranda è il motore dello spettacolo, una voce che illumina del suo colore - calore anche le atmosfere più aspre di Brecht conservando intatta la forza vitale della napoletanità di Viviani e che sperimenta nuovi territori con coraggio e stile.

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